Un mondo a parte
E’ un mondo a parte qui ora che l’arsura lo consuma. Nulla di idilliaco, nulla di agreste, solo lotta per non morire, la mancanza d’acqua è una voragine senza appigli. La centellino, pochi secondi per ogni pianta in attesa di una pioggia che da nessuno è data per imminente. Così mi aggiro per il campo come un infermiere in tempo di guerra a dare sollievo a questo o quel malato, come se fosse davvero una guerra e io dovessi salvarne il più possibile perché se si salvano ho un senso anch’io, ha un senso compiuto la mia vita. Ho questo pregio tra mille difetti: salvare il salvabile, guardare avanti come se ciò che hai fatto, gli errori che hai commesso, persino la pena scontata a nulla servisse se non combatti per quello in cui hai creduto e continui a credere. Ogni giovane vite salvata è una conquista anzi una vittoria; con il coltello recido quelle secche mentre scalzo il terreno attorno a quelle in vita, le libero dalle erbacce, le curo; ho sempre fatto quello che dovevo fare e non mi sono mai tirato indietro; un uomo vale per quello che riesce a fare, vale per quello a cui riesce a resistere. Sudo, sono in balia degli eventi tra il frinire pazzo e a tempo delle cicale; mi sento uno strambo ultimo mohicano.